Il Marocco sarà la sede della Coppa d’Africa 2025 e per ospitare la manifestazione ha elaborato un piano infrastrutturale impressionante che ha dotato il Paese di stadi moderni e costruiti in tempo record. Sei delle nove venues sono state proposte dal Marocco per disputare le gare del Mondiale 2030, che verrà congiuntamente ospitato assieme a Spagna e Portogallo. Al contempo, le esose spese governative per le competizioni sportive imminenti, giudicate non di primaria importanza da buona parte della popolazione, hanno portato a drammatiche proteste di piazza scoppiate a fine settembre, guidate dalla cosiddetta Gen Z 212. Tra il progetto dello stadio Hassan II, il più grande impianto di calcio del mondo che dovrebbe sorgere a Casablanca ed una sanguinosa rivolta sociale in corso, la Coupe d’Afrique des nations de football si farà spazio dal 21 dicembre al 18 gennaio, in un clima tutt’altro che sereno.
Grand Stade d’Agadir
Inaugurato nel 2013 dopo ben 9 anni dall’inizio dei lavori ed ammodernato lo scorso maggio, è l’impianto di casa dell’HUS Agadir, ha una capienza di oltre 45mila posti ed è di proprietà del Ministero della Gioventù e degli Sport marocchino. Qui, nel 2013, si sono giocati 4 incontri del Mondiale per Club vinto dal Bayern Monaco. Una tribuna coperta, una pista d’atletica ed una facciata costituita da scalini in pietra che richiamano una piramide a gradoni, per uno stadio su pianta ovale che sorge alle estremità della cosiddetta Capitale del Souss, dove la maggior parte della popolazione è Chleuh, gruppo etnico berbero molto radicato nel sud del Marocco. Situato ai piedi del massiccio dell’Atlante e ad una decina di chilometri dagli impianti balneari più famosi del Paese, questo stadio ospiterà otto gare dell’imminente competizione.
Grand Stade de Marrakech
Lo stadio situato a nord della cosiddetta città ocra cattura immediatamente l’occhio per la sua diversità rispetto alle altre strutture della competizione. Ha una pianta rettangolare e le torri agli angoli che comunicano con le gradinate, sullo stile dello stadio Marassi di Genova. L’unico difetto per un fruitore calcistico è la pista d’atletica che rende la vista più lontana dal campo, messo a nuovo per la Coppa d’Africa 2025. In totale 45.240 posti a sedere si sviluppano su un doppio anello ed un’architettura che riprende quella di Marrakech, meta turistica internazionale e per questo la più globalizzata delle quattro città imperiali. Anche qui andranno in scena otto incontri, in uno stadio che ha già conosciuto grandi notti, avendo ospitato due finali consecutive del Mondiale per Club 2013 e 2014.
Stade Mohammed V
Considerato il tempio del calcio marocchino, è lo stadio più antico del Paese, essendo stato costruito nel 1955. I suoi spalti, che oggi possono contenere 45mila spettatori, sono il giardino di casa delle due squadre più seguite della nazione, che insieme danno vita al derby di Casablanca, disputato tra Raja CA e Wydad AC. Nel 1997 addirittura 110mila persone assistettero a quella che è considerata una delle rivalità più accese del mondo, con un’atmosfera che ha contribuito a conoscere questo stadio come un’arena incandescente. Soprannominato Donor, l’impianto che sorge nel quartiere Maârif è dal 1983 intitolato a Mohammed V, sultano del Marocco per quasi 50 anni nonché primo sovrano della nazione, diventata indipendente nel 1957. Strutturalmente simile al primo stadio citato, è un punto di riferimento cittadino, situato nel cuore della capitale demografica ed economica del Paese.
Complexe sportif de Fès
Quattro match verranno ospitati nello stadio del complesso sportivo di Fès, città del nord conosciuta per la sua anima culturale e spirituale. Un progetto di restyling in vista della candidatura per i Mondiali 2030 dovrebbe cambiargli un volto che attualmente segue lo schema classico degli stadi visti finora. I 45mila posti potrebbero aumentare a 55.800 con una copertura totale dei settori, seguendo un rinnovamento generale della città. Casa del Maghreb AS, la struttura antistante alla tribuna centrale in pannelli di vetro rimane la porzione più suggestiva, riprendendo motivi arabeggianti. Curiosa ed odisseico è il background di questo stadio, con il progetto presentato nel 1992, i lavori iniziati due anni dopo, finito nel 2003 ed inaugurato ufficialmente nel 2007.
Stade Prince Moulay Abdellah
Questo può essere considerato lo stadio principe del torneo, il gioiellino nuovo di pacca situato a Rabat di cui il Marocco può vantarsi. Inaugurato lo scorso 4 settembre e sorto sulle ceneri del vecchio impianto, con i suoi 68mila posti è il più grande della capitale e si trova a soli 7 chilometri dal centro città, in un’area verde. La forma è quella delle grandi arene moderne costruite in Europa, come il Tottenham Stadium, con un cappotto che copre tutta la struttura e, finalmente, senza pista d’atletica: uno stadio pensato puramente per il calcio. Durante la CAN 2025 ospiterà tutte le partite del Marocco nella fase a gironi ed una partita per ogni turno ad eliminazione diretta, includendo ovviamente anche la finale del 18 gennaio. Considerato il polo nevralgico della competizione, è parte di un complesso sportivo che include un altro dei quattro stadi di Rabat protagonisti della rassegna africana.
Stade Olympique de Rabat
Lo Stade Annexe Olympique du Complexe Sportif Prince Moulay Abdellah si trova letteralmente accanto alla nuova arena di Rabat ed è altrettanto recente. Costruito in tempo record (nove mesi), ha aperto i cancelli lo scorso 25 maggio. Un’elegante copertura a mezzaluna avvolge una tribuna centrale ed altre due mezze tribune, 21mila posti disposti su pianta ovale attorno ad un tracciato d’atletica utilizzato per la Diamond League 2025. Centro polifunzionale, verrà in futuro utilizzato per programmi di formazione della CAF e competizioni scolastiche.
Complexe Sportif Prince Héritier Moulay El Hassan
Seguendo la scia delle nuove infrastrutture sportive di cui Rabat si è voluta dotare, ecco un altro gioiellino da 22mila posti, intitolato al principe ereditario del Marocco. Posizionato in un’area urbana della capitale, ad El Youssoufia, ospita le partite casalinghe del FUS Rabat nel sito in cui sorgeva l’antico stadio. La sua inaugurazione si è tenuta solamente lo scorso 13 novembre, periodo in cui si sono disputati i playoff africani per accedere al Mondiale 2026. Le linee sono eleganti e fluide al contempo, i seggiolini rossi e verdi riprendono la bandiera del Marocco, ma è la facciata esterna a colpire riprendendo i motivi berberi, pensata per ottimizzare la circolazione dell’aria e il riflesso della luce solare.
Stade Al Medina
In qualche modo può essere considerato il gemello del Moulay El Hassan poiché è stato inaugurato nello stesso giorno e per la medesima competizione. Per fare spazio a questo impianto sono stati demoliti il vecchio stadio El Barid dell’UTS Rabat, club storico della capitale, nonché alcuni edifici circostanti. 18mila posti a sedere su due anelli ed una visibilità ottimale, con le prime file rialzate rispetto al livello del campo. A fungere da tetto e facciata allo stesso tempo c’è un grande rivestimento bianco con pannelli a forma di diamante, che s’illuminano di sera nel dinamico distretto di Agdal, vicino al polo amministrativo e alla stazione.
Grand Stade de Tanger-Stade Ibn Battuta
La rassegna si conclude all’estremo nord del Marocco con il mastodontico stadio di Tangeri, il più grande impianto nazionale. In soli 14 anni di vita ha subito ben tre ristrutturazioni, che hanno portato la capacità da 45mila a 75mila spettatori e la rimozione della pista d’atletica. La nuova membrana bianca che funge da tetto sostiene luci, impianto sonoro e gli schermi, rendendo lo stadio esteticamente ultramoderno. All’altezza della tribuna principale, ad interrompere la continuità della facciata, si erge una struttura tridimensionale in cemento armato, affiancata da una serie di scale a chiocciola in stile Etihad Stadium. Anch’esso re-inaugurato lo scorso novembre, lo stadio è un punto di riferimento per l’intera città di Tangeri. L’eredità storica viene sostenuta anche dal secondo nome della struttura, chiamata Ibn Battuta in onore dell’esploratore berbero che qui nacque in epoca medievale.


